Heidegger Martin
Heidegger Martin
Martin Heidegger (pronuncia, in tedesco: ['maɐ̯ti:n 'haɪdɛgɐ]; talvolta italianizzata in ['aideger]; Meßkirch, 26 settembre 1889 – Friburgo in Brisgovia, 26 maggio 1976) è stato un filosofo tedesco, considerato inizialmente il maggior esponente dell'esistenzialismo, e successivamente dell'ontologismo fenomenologico, da lui sviluppati a partire da studi di teologia. Celebre è il suo scritto Essere e tempo, in cui cercò di impostare un nuovo discorso attorno all'Essere, a partire da un'analisi dell'esistenza condotta su quello che egli definisce Esserci, ossia l'uomo. In esso Heidegger rivendica la scoperta della temporalità quale orizzonte di senso dell'Esserci. Per l'impossibilità anche linguistica di approdare a un risultato soddisfacente, tuttavia, Heidegger annunciò una Kehre (cioè una "svolta") del suo pensiero, volta a indagare l'Essere in sé con approccio diverso rispetto all'opera precedente. Tale ricerca lo condurrà ad affrontare anche altre questioni di filosofia, quali la metafisica, l'arte, la poesia e il linguaggio. Alla fine della Seconda guerra mondiale, Heidegger è stato al centro di notevoli polemiche circa il suo trascorso da simpatizzante nazista, e fu estromesso per qualche anno dal mondo accademico, per essere poi riabilitato. Nonostante il suo rapporto col nazismo sia ancora oggi oggetto di notevoli controversie e dibattiti, il suo contributo alla filosofia resta innegabile, e le sue opere continuano ad essere influenti tutt'oggi.